MacBook, la nuova rivoluzione Apple

MacBook, la nuova rivoluzione Apple

I rumors invernali ci hanno azzeccato un’altra volta – in riferimento all’unica porta di espansione – restando al contempo completamente spiazzati – mi riferisco alla nuova tastiera, al rinnovato e parimenti rivoluzionario trackpad e all’ottimizzazione dell’alloggiamento della batteria.

Un ennesimo, improvviso e brusco cambiamento di configurazione delle porte di connessione da parte di Apple (no MagSafe, no Thunderbolt, no slot SecureDigital, no porte USB legacy) poniamoci la domanda: perché ?

Apple ha voluto creare il netbook perfetto. Ibridandolo con l’estrema portabilità dell’iPad. Attraverso una stratificazione progressiva delle tecnologie (chassis Unibody, display Retina, Wi-Fi e Bluetooth allo stato dell’arte, porta USB 3.1 type-C come connettore universale e trackpad sensibile alla pressione e reattivo), ad una padronanza assoluta nella configurazione dellE batteriE a livello di ingombri ed ad un comparto di calcolo CPU+GPU performanti ma non esosi di Watt e dalla dissipazione termica irrisoria (tale da non richiedere la ventilazione forzata mediante ventola) ci troviamo di fronte ad un altro perfetto dispositivo “punta & clicca”.

Il nuovo MacBook lo carichi di notte a casa, poi lo metti in uno zainetto e via a lezione, in giro per interviste e/o presentazioni. Lasciando il caricatore a casa (caricatore che parrebbe essere poco più grande di quello dell’iPad). Arrivi ad un coworking, ad una postazione di lavoro precaria come un bar o un ritaglio di scrivania prestata dal cliente, alzi il display… ti connetti via Wi-Fi al mondo (e mediante AirDrop / iCloud / Hands-off al cosmo iOS) e via. L’approccio mentale è lo stesso che ha una persona che usa l’iPad come unico strumento di lavoro, solo che a questo giro hai una tastiera completa a disposizione.

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È ovvio quindi che qualunque altra configurazione lavorativa oggi risulti fortemente penalizzata da questo approccio di Apple.

Se il cliente è a bassa tecnologia, o alta sicurezza, non vi darà un pieno accesso ad Internet via Wi-Fi. Avrà proiettori per le demo di tipo VGA. Se avrete bisogno di interfacciarvi a dei NAS o pendrive vari vi servirà un adattatore. Se lavorate con grandi file o fate uso pesante di virtualizzazione gli 8 GB di RAM o la “potenza” del processore vi riserveranno spiacevoli sorprese.

 

Ed infine, come ricorda Mashable con il suo articolo 5 things Apple didn’t say about the new MacBook, dovremo convivere con una webcam frontale a bassa risoluzione (a livello di iPhone 4S), dire addio al logo della mela illuminato sul retro del display e rassegnarci ad acquistare uno o più adattatori per una massima versatilità (ed aspettarne altri… ad esempio USB type-C/gigabit Ethernet).

 

 

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